Mammargherita <3
A novembre 2019, sognando una vita immersa nella natura a cucinare circondata da animaletti selvatici e non, mi sono buttata nel mondo del lievito madre (cosa che tra l’altro con la corsa al lievito di qualche mese dopo è stata decisamente provvidenziale).
Con costanza, pur passando alcuni giorni tra il maledirmi per l’idea e il valutare se buttare tutto dalla finestra, me lo sono fatta da zero, seguendo tassativamente il tutorial di TizianaManiInPasta (ho preparato un post dedicato, riassumendo e schematizzando tutti i passaggi e segnando le cose che ho imparato man mano) e dopo un mese era lì: la mia Lella.
Nessuno tra amici e parenti è mai stato interessato alla cosa, ma dopo diverse pressioni sono riuscita a convincere mia mamma a provare, così le ho amorevolmente affidato una pallina che avevo surgelato come backup, dandole tutte le indicazioni necessarie per ripristinare il tutto (se me lo avesse detto per tempo, avrei sicuramente evitato di darglielo così, ma abita sopra di me e mi ha mandato il cestello a sorpresa dalla finestra direttamente per la consegna, così non ho avuto il tempo per valutare il tutto).
Lei è sempre stata il mio esempio da seguire in campo culinario, tutto ciò che fa è delizioso e io chiaramente non sono mai riuscita a raggiungere il suo livello nonostante i tentativi, per farti capire: la panificazione è diventata un po’ la mia vocazione da quando ho iniziato, ma lei mesi fa col lievito di birra disidratato al primo tentativo ha fatto un pane incredibile, cosa che io ci ho messo mesi a ottenere, non c’è niente da fare, ai miei occhi (e al mio palato) è inarrivabile.
Ma non mi sono mai fermata a riflettere su quanto lei fosse paziente o meno, be’ ho scoperto che è estremamente lontana dall’idea di slow living a cui mi piacerebbe puntare.
Ha saltato alcuni passaggi, velocizzato i tempi, insomma buttato letteralmente tutte le indicazioni fornite tra un “ma sì, che va bene lo stesso” e un “oh, ma io mica ho tempo per decidere due giorni prima di fare il pane, sono vecchia, non posso contare sull’esserci tra due giorni”, mi ha fatto schiattare dal ridere, soprattutto quando il risultato di tutto l’”impegno” messo è stato praticamente un ammasso del peso del piombo accompagnato da un pacifico “hai finalmente trovato qualcosa in cui sei più brava di me, col lievito madre ho chiuso”.
Sono indecisa tra lo scoprire dopo 40 anni che mia madre è totalmente impaziente (cosa sorprendente, con la pazienza che ha avuto durante la mia adolescenza, non di mio fratello che è sempre stato il figlio “perfetto”, io sono sempre stata la figlia più piccola e ribelle, che costringeva il fratello grande ad accompagnarla in discoteca quando lui non ci avrebbe mai messo piede, povero!) o il sospetto che faccia tutto parte di un piano, perchè l’aver usato proprio quelle parole, quando poche settimane prima le avevo proprio detto “uffa! qualsiasi cosa faccio con fatica, provi tu e ti viene sempre meglio, non sarò mai brava come te!”, secondo te?